CONDIVIDI

Convegno Rinascita

Al convegno dal titolo omonimo sul tema spinoso della violenza sulle donne svoltosi sabato il leit-motiv è stato proprio la rivalutazione della condizione femminile. Un momento importante di condivisione delle esperienze fatte da parte di professionisti, operatori, istituzioni, associazioni (come Donna Sicura)” ha esordito il sindaco Andrea Colombo, che ha sottolineato l’importanza dei “buoni ideali comuni per promuovere il ben-vivere” e ha introdotto l’ospite d’onore, il console dell’Equador a Milano Narcisa Soria Valencia. È toccato al diplomatico aprire i lavori puntando il dito sul “grande ruolo dei docenti nell’inculcare nelle giovani generazioni il rispetto per le diversità di genere” raccontando anche la propria esperienza con le donne vittime di violenze impegnate a Expo in servizi di catering per affrancarsi dalla loro dipendenza economica. Anche Vito Luigi Lepore, presidente Ente Nazionale Sordi ha richiamato l’attenzione sull’emarginazione e la scarsa visibilità nella quale vivono anche le persone non udenti (a Varese l’ente conta 280 soci ma in Italia vivono 50mila sordi). Due interviste da me condotte sono poi entrate nel merito del merito del tema della violenza. Il Giudice Fabio Roia (PM dal 1991 e oggi presidente di sezione del Tribunale di Milano) ha parlato del grave ritardo legislativo italiano (solo nel 1981 fu abrogata la causa d’onore nei processi e la nuova legge sulla violenza sessuale è del 1996) e di una legislazione troppo spesso a favore dell’imputato e che poco tutela la vittima. “La violenza domestica non si risolve nei tribunali” ha asserito “ma nelle suole e con l’educazione al rispetto. Però la repressione penale deve esserci, come deterrente generale. È necessario dare risposte di rete alle donne: aiuto psicologico, legale, economico; dare sicurezze e prospettiva. Servono avvocati e giudici specializzati, ma anche combattere gli stereotipi, la pubblicità sessista, il conformismo, il dominio sessuale dell’uomo”. Ha sollevato poi il discorso della violenza legata ai fenomeni migratori: “le situazioni violente si riscontrano spesso nelle coppie miste, dove la diversità di cultura può sfociare in subordinazione economica e sessuale delle donne”. D’accordo con lui anche la scrittrice e giornalista milanese Ketty Carraffa, autrice del libro “Le donne, acqua nel deserto” che racconta le storie di violenza di 4 donne. Vicende positive nelle quali le protagoniste escono dal tunnel della sopraffazione. Anche Ketty ha ribadito l’importanza della comunicazione mediatica, degli esperti e dei docenti per combattere violenza e discriminazione. Interessanti i contributi al dibattito: il videoclip dei Polymenes e quello sulla pubblicità sessista, l’intervento canoro della soprano Ani Balian e gli interventi di Guaman Allende, Giada Tarantino e Wally Bonafè sul tema dell’arte come Spiraglio di Luce (che ha dato vita ad un movimento) e rinascita femminile. Al termine il sindaco ha voluto premiare anche due donne che hanno portato alto nel mondo il nome di Travedona: Giuliana e Chiara Bianchi, titolari dell’azienda agricola che da 50 anni produce le celeberrime pesche di monate. Anch’esse simbolo di rinascita al femminile del territorio.
P.Tri