Acqua Vitasnella Cantù-EA7 Armani Milano 83-64
Desio: l’aria di derby, di questo derby, giocato davanti a questo pubblico ha letteralmente rivitalizzato una Acqua Vitasnella Cantù che aveva dannatamente bisogno di una vittoria per rilanciarsi in chiave play off. Ed è venuta nel miglior modo: andando a spazzare via nella ripresa una EA7 Armani Milano che cade, fragorosamente, dopo ben venti vittorie consecutive.
Vero che Milano ha le sue generiche attenuanti in primis una sorta di naturale rilassamento dopo aver raggiunto matematicamente il primo posto in classifica con giri di vantaggio sulla seconda e financo l’assenza di Daniel Hackett, in borghese, e quella sostanziale di Frank Elegar e Shawn James tanto che Banchi ha dovuto riesumare Angelo Gigli ed ha giocato a lungo con Ragland e Melli con quattro falli non avendo sostanzialmente il secondo play e non fidandosi dell’indolenza di Kleiza.
Ma questo non cambia il succo di una Cantù che comanda per 40 minuti filati, solo sul 14 pari Milano aveva pareggiato, e dopo aver tenuto bene Milano va, all’inizio dell’ultimo quarto, via come Pantani sul Galibier con un parziale di 11-0, partito da una tripla di Metta World Peace (13 con 5-13 dal campo) che dimostra restando in tema con la maglia commemorativa di avere attributi di legno massello, e con Eric Williams (15, 7-9 fg) che segna 11 punti nel finale.
Prima di loro erano stato protagonisti Johnson-Odom (13 con 5-11 al tiro) e soprattutto Stefano Gentile che, nonostante qualche amnesia difensiva, stravince il duello in famiglia segnando 20 punti con 7-12 dal campo, 6 rimbalzi e 6 falli subiti subissando di cazzimma il parquet ed il fratello Alessandro che invece gioca una gara incredibilmente quieta con soli 5 punti ed 1 su 8 al tiro. Per Milano decisamente meglio l’ex Ragland (15 punti ma pure lui una difesa dalla curiosa concezione) e Samardo Samuels (15 +5) che prende il derby come un Demolition Derby e decide di prendere a sportellate i centri avversari: gli va bene con Shermadini ma molto meno meglio con Big E Williams.
Infine gli arbitri: arbitrano bene per la prima parte dell’incontro poi si proiettano nell’ego di Paternicò con tecnici inutili che si potevano risparmiare. Ne abbiamo contati cinque. Cinque di troppo.
MVP: il migliore in campo sono i 6.200 del PalaDesio. Caldi, appassionati, corretti, rumorosi, esaltanti. Capaci di dare alla loro squadra una botta di adrenalina più potente di quella piantata da Vincent Vega nel petto di Mia Wallace. Ed ora la bella e fragile Cantù ha bisogno di questo calore nel prossimo incontro con Cremona, forse decisivo ancor più di questo derby.
Edoardo Pagani