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Dieci squadre del massimo campionato, non solo in crisi ma anche in ascesa come Fiorentina e Sampdoria, probabilmente cambieranno tecnico a fine stagione. Sicuramente via dal Milan Inzaghi, in bilico Garcia e Benitez. E spuntano suggestioni tedesche, come Schmidt e Klopp

Mezza serie A cambia panchina. O almeno potrebbe cambiarla. Dieci club sui venti che oggi compongono il nostro campionato, non sanno ancora se nel raduno di luglio si ritroveranno o meno agli ordini dello stesso coach. C’è chi come Allegri è sostenuto incondizionatamente dai risultati e chi come Mancini incarna un progetto a media scadenza a prescindere da qualche sconfitta di troppo. Ma tanti altri sanno di giocarsi ogni domenica le possibilità di un futuro sulla stessa panchina. O, perché no, di andar via per fare il salto di qualità.

IL MILAN SCEGLIE, VIA AL GIRO DI TECNICI – Dieci squadre con la guida “a tempo”, o quantomeno in dubbio: in rigoroso ordine di classifica Roma e Sampdoria, Napoli e Fiorentina, Milan e Empoli, Sassuolo e Atalanta, Cagliari e ovviamente Parma (o ciò che ne rimarrà). Chi a fine stagione saluterà sicuramente è Inzaghi. E tra i candidati alla panchina del Milan i nomi sono i soliti: Spalletti, forse Prandelli e soprattutto Montella. Nonostante la volontà della Fiorentina, che sarebbe felicissima di continuare con lui, l’ex aeroplanino è affascinato dall’idea di un salto di qualità, almeno nominale. Stessa idea che ha iniziato a sedurre Maurizio Sarri, passato in undici anni dai dilettanti al sogno Milan. Poi c’è Mihajlovic: un suo amico lo offrì due settimane fa alla Roma, negli ultimi giorni s’è registrato un sondaggio dei rossoneri, a cui quel suo carisma piace eccome. Di certo Sinisa la conferma alla Sampdoria l’ha strameritata sul campo, il presidente Ferrero lo supplica a modo suo (“Passerotto non andare via”, cantava domenica in diretta), ma intanto raccontano stia pensando, nel caso serve sostituirlo, a un nome a effetto con una lunga storia blucerchiata: uno alla Vialli, per esempio. L’opzione più pragmatica è però Sarri, che piace anche ai Viola. Dove però il candidato forte alla successione di Montella è il tecnico del Sassuolo Di Francesco, perché no, con Inzaghi in neroverde a chiudere il cerchio.

NAPOLI E ROMA, PANCHINE IN BILICO – La panchina più ambita a giugno potrebbe diventare quella del Napoli: il legame tra De Laurentiis e Benitez è chiacchieratissimo da tanto, troppo tempo. E anche alcune questioni personali sembrano spingere il tecnico castigliano verso un ritorno in Inghilterra: per raccoglierne l’eredità in prima fila c’è il solito Spalletti, piace anche Montella – si dice lui nutra dei dubbi – ma è cresciuta la stima in Mihajlovic, con la suggestione Klopp destinata, a meno di clamorosi rovesci sul fronte Dortmund, a restar tale. Situazione simile a quella della Roma. Prendete Garcia: un anno fa aveva davvero l’opportunità di lasciare Roma, Tottenham e Psg avevano pensato a lui. Oggi senza secondo posto il suo futuro sarebbe tutt’altro che scontato, nonostante il contratto fino al 2018. Anche lui fa il misterioso: “Darò tutto fino a fine stagione poi faremo i conti”. Raccontano di contatti timidi tra Sabatini e Mazzarri, più facile però prevalga lo stesso esotismo che aveva portato Garcia: piacciono lo spagnolo Unai Emery e il tedesco Roger Schmidt. A forte rischio anche un ex romanista come Zeman: cacciato, richiamato in corsa per chiedergli un miracolo. Con la salvezza Giulini si fiderebbe ancora a ricominciare con lui? La stessa domanda che si pone l’Atalanta per Reja, 3 pari in 3 match. E Donadoni? Il fallimento del Parma lo colloca altrove. Già, ma dove?

Edoardo Pagani