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Le aziende del Canton Ticino riducono il personale.
Parte della nostra Provincia ha avuto un ‘ampio respiro economico, in quanto parecchi abitanti che abitavano sia nelle immediate vicinanza della frontiera o a distanze più lontane hanno sempre avuto come sbocco occupazionale il Canton Ticino. Gli italiani erano ricercati sia per lavori di super specializzazione , sia per occupazioni varie. Tutti questi sacrifici valevano la pena in quando gli stipendi erano quasi il doppio dell’ Italia e poi, c’era una forte richiesta di manodopera. Ora tutto questo secondo gli industriali ticinesi non sarà più possibile. Infatti da alcuni dati ( pubblicati tra l’altro anche su altri giornali) circa il 30% delle imprese ticinesi prevede una drastica riduzione del personale. Chiaramente i nostri frontalieri sono molto preoccupati in quanto rappresentano circa un quarto della forza lavoro del Ticino. Ad affermare questi dati è una relazione dettagliate è il presidente degli industriali Daniele Lotti, che spiega come tutta la Svizzera sia in difficoltà di ordinativi, specie con il commercio estero, che è sempre stato un settore trainante dell’ economia elvetica. I primi segnali si sono già avvertiti, blocco di permessi per andare a lavorare oltre confine, riduzione di orari di lavoro, riduzione dei salari. Gli industriali ticinesi chiedono al governo centrale e al parlamento di trovare una soluzione, insomma anche le imprese ticinesi chiedono quello che propongono le stesse cose imprese italiane. Ma la domanda è questa? Chiaramente il Parlamento elvetico prenderà in considerazione le varie proposte fatte dalle datori di lavoro svizzeri, ma conseguentemente difenderanno gli interessi dei ticinesi. Ma la forza lavoro dei frontalieri italiani chi la difende???? Prevedo nubi all’ orizzonte, anche perchè nessuno politico italiano ne parla sia in Italia che in Europa……

Claudio Ferretti