L’ imbarcazione era adagiata sul prato alla foce del fiume Bardello, si stava deteriorando e marcendo, ma il lavoro di restauro dell’associazione “Amici di Turro in collaborazione con il Comune ha fatto in modo che la barca fosse recuperata e poi venisse restaurata per farla tornare alla sua origine. Così la memoria di Gianni Brugnacchi, uno degli ultimi vecchi pescatori della sponda magra scomparso quattro anni fa, rivive nei suoi concittadini specie nelle giovani generazioni che dal vero simili barconi non li hanno mai viste, in quanto in questi tempi la professione del pescatore professionista nelle zone lombarde del Verbano va purtroppo scomparendo perché poco redditizia . Gran parte di lavoro è stato fatto spiega il Sindaco “Franco Oregioni, contiamo tra qualche mese di terminare gli ultimi ritocchi, che sono i più complessi. Certo che l’idea degli Amici Turro è stata vincente. Hanno finanziato il restauro con parte del ricavato delle varie feste estive da loro organizzate. Non si poteva lasciare andare in malore una barca così, dove Gianni il Pessat (così era chiamato dai suoi compaesani) ha pescato pesce per diverse generazioni. Oltre per una ragione affettiva, il restauro deve essere visto come un cimelio di una professione storica tipica del territorio non più praticata specie nelle nostre zone. Altro obiettivo prosegue il Sindaco è valorizzare la cantieristica storica locale del tempo, che prive di moderne tecniche attuali riuscivano a costruire barche straordinarie usando pochi mezzi e tanta esperienza tramandata da padre in figlio.” Al termine del restauro, verrà sigillata una targa alla memoria “del Gianni Pessat” e della moglie Clementina (addetta alla pulitura del pescato prima della vendita). Inoltre si sta studiando di posizionare un cartello dove saranno scritte tutte le informazioni storiche dei pescatori di lago e le caratteristiche della loro imbarcazione. Pertanto dalla prossima primavera, i vari turisti che passeggeranno per il bellissimo sentiero che l’amministrazione ha realizzato, potranno ammirare questo cimelio storico, oltre a leggere le imprese faticose di questi coraggiosi uomini che in qualsiasi condizione atmosferica sino a circa 60 anni fa affrontavano il lago a colpi di remo per mettere le reti, che erano la loro unica fonte di guadagno.